E’ stato fissato per lunedi` 14 ottobre, alle ore 11.30, l’incontro organizzato alla Camera di Commercio di Trapani, tra il presidente Pino Pace, il presidente di Airgest, Salvatore Ombra e tutti i sindaci del territorio trapanese, gia` convocati a mezzo lettera, per illustrare la situazione e le prospettive dell’aeroporto e per impostare il cammino di rilancio dello scalo e, come conseguenza, dell’economia trapanese, attraverso la promozione delle rotte.
«E’ indispensabile che tutti i sindaci partecipino all’appuntamento – sottolinea Salvatore Ombra, presidente di Airgest, societa` di gestione dell’aeroporto di Trapani Birgi – per dare slancio alla nostra azione mirata a rendere lo scalo forte ed economicamente sicuro per soddisfare le esigenze del turismo, gravemente penalizzato negli ultimi anni dalla carenza di voli, ma anche della vita lavorativa, della salute e degli studi dei nostri concittadini che hanno il bisogno e il diritto di sentirsi uniti al resto dell’Italia e del mondo».
Sul tavolo ci sara` anche l’importante tema del saldo delle quote di co-marketing ancora da dare alla compagnia irlandese Ryanair, su cui nei giorni scorsi qualche amministratore locale si e` mostrato defilato: «Una parte determinante per la continuita` della nostra azione di rilancio dell`aeroporto – sottolinea il presidente Ombra -, che diversamente potrebbe creare una situazione di stallo, e` il pagamento dei debiti che i comuni e la Provincia hanno nei confronti di Ryanair, impegno sottoscritto dalla dirigenza dello scalo, come condizione del ritorno in forza della nota compagnia low cost a Birgi».
Ombra risponde anche ad alcune polemiche innescate dal sindaco di Trapani Giacomo Tranchida: «Esortiamo tutti i sindaci a non creare fratture e separazioni perché non favoriscono né l’interesse della provincia, né dell’aeroporto. Bisogna fare gruppo, unirsi in una attivita` di lobby comune a vantaggio della nostra terra. Non possiamo perdere questa occasione, e` un impegno morale forte e lungimirante quello che ogni amministratore dovra` assumersi. Vogliamo il calumet della pace e non l’ascia di guerra. Azioni che mirano a creare fratture non aiutano in un momento in cui stiamo impiegando tante energie su questa battaglia per lo sviluppo».